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Carissimi,
è da un po’ che non ci sentiamo e quest’estate ha portato molti cambiamenti per il Paese e per la nostra comunità. Abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo, prendendoci la responsabilità di un governo di legislatura che costituisse un argine all’avanzata del bieco populismo e sovranismo di Salvini e delle destre: con coraggio, e con la consapevolezza che è un nostro dovere opporci all’odio, alle paure, alla mancanza di empatia, di solidarietà e di umanità verso gli ultimi, i più fragili, noi Democratici ci siamo alzati e abbiamo accettato la sfida di costruire una alleanza contro la pericolosa deriva dell’Italia.
Come molti di voi sapranno bene, come Areadem ci siamo riuniti a Cortona: sono stati tre giorni importanti, densi di analisi, di riflessioni ma anche di confronto e di costruzione di contenuti e significati.
Ci tengo a condividere con voi uno degli interventi, quello di Padre Francesco Occhetta – gesuita e scrittore de “La Civiltà Cattolica”-, che ha tracciato alcune delle strade per superare la crisi e ricostruire la speranza: rimettere al centro il binomio giustizia/libertà, costruire una nuova grande stagione di formazione dei giovani, mappare tutte le esperienze virtuose che ci sono e interconnetterle in un nuovo ciclo centro/periferia, ricominciare a immaginare il mondo che verrà, per costruirlo, per prepararlo per le prossime generazioni.
Buona lettura!
Uno dei Frammenti di Eraclito dice così: “Ciò che si oppone converge e dai discordanti, bellissima armonia” 상하이 지하철 다운로드. Nella dimensione della sostenibilità vi sono tre condizioni per poter formare questa bellissima armonia. La prima dimensione è che il Paese si è riconosciuto senza conoscersi in quelle che Aristotele chiamava lo slittamento pericoloso per la democrazia che erano per lui: la tirannide dell’uomo solo al comando; l’oligarchia di pochi ricchi; la politeia in cui decide la massa indistinta. Questi erano i tre grandi pericoli per Aristotele che rimangono tuttora.
Oggi noi abbiamo costituito una grande area culturale per poter arginare questi pericoli però dobbiamo stare attenti, a ciò che sono state soprattutto nella storia del 900, le ingenuità nell’arginare ciò che potevano essere delle scelte prese a cuor leggero. Nel 1920 le correnti che si erano formate, tra l’altro in un sistema proporzionale, avevano fatto fallire gli esecutivi Bonomi – Facta che potevano essere un argine a Mussolini. La conferma che la democrazia non è questione procedurale o di regole – perché le procedure Hitler e Mussolini le hanno rispettate tutte – ma per noi è una questione di sostanza, di valori, una questione antropologica 천수답의 새벽묵상 다운로드.
Voglio accennarvi tre binomi che potrebbero essere gli antidoti per superare la crisi e guardare con speranza il futuro.
La prima dimensione: noi oggi siamo schiacciati su una visione di partito programma. Io vi voglio consigliare di rifondare la nostra appartenenza sul binomio “giustizia e libertà”. Si governa sempre in base a due direttrici: la concezione della giustizia che può essere fondata dalla vendetta o dalla riparazione, perché la giustizia a livello politico è esattamente ricomporre le fratture. In una società come quella europea si sta cercando di far morire anche il secondo comandamento del Decalogo “non accorgersi più che l’altro vive e l’altro ha bisogno”. C’è una parabola molto importante di Luca che racconta di questo samaritano che si ferma perché vede una persona picchiata, lasciata mezza morta nel bordo del cammino, come può essere la vita di ciascuno di noi 일러스트 cs2 무료 다운로드. Questo samaritano si ferma per compassione, per quel moto della coscienza che gli permette di vedere quali sono i suoi bisogni di uomo. Noi dobbiamo partire da qui: dai bisogni che si devono riorganizzare nelle persone che hanno bisogno perché se l’altro muore e io non lo vedo più, la politica non riesce a riorganizzare i bisogni che la società chiede. E allora cosa diventa l’altro? Se va bene diventa un pericolo ecco allora l’uso delle parole dure, per dire: “creiamoci un’identità identitaria in cui l’idea di sangue puro, la razza, la nazione – che, in realtà, sono metacategorie che non sono mai esistite – diventano qualcosa per legare il tessuto contrario a chi vuole fare del bene”.
Noi ci possiamo dividere non tra credenti e non credenti, ma tra uomini morali e non, tra persone e politici che calcolano le conseguenze dei loro atti e delle loro scelte e quelli che, invece, si alzano dal tavolo e chiedono che il conto lo paghino altri.
L’uomo morale invece non fa questa scelta perché è a carico di una comunità di cui si rappresenta. Allora, questa è la prima dimensione perché la fratellanza non è biologica e non ha nulla a che vedere con un processo di sangue e la Bibbia – soprattutto nel primo libro – è una lotta tra fratelli, tra eredità e persone che si combattono 창룡검전 다운로드. Quindi, a livello antropologico, la giustizia è esattamente questo: scegliere da che parte stare. Sembra teorico questo concetto, ma guardate che la politica parte da qui, i governi cadono per una concezione di giustizia. È 30 anni che noi non riusciamo più a rimodellare e focalizzare questa dimensione. E allora io credo che nel dibattito pubblico vada ridefinita.
C’è poi una seconda parola che è libertà. A livello antropologico c’è una libertà che porta al soggettivismo e ai liberalismi anche all’interno delle sinistre e che è uno dei punti nodali di cui la sinistra in Europa sta soffrendo e una libertà che porta al comunitarismo e a quello che noi chiamiamo popolarismo che è l’antidoto a tutti i populismi perché recupera la metodologia della tradizione popolare che è: la mediazione, il più Europa, la rappresentanza.
Secondo punto. Per noi è fondamentale l’ingegneria costituzionale che, anche se a mio giudizio andrebbe un po’ ritoccata e aggiornata ai tempi, è fondamentale per la vita dei corpi intermedi che permettono alle persone sole di entrare nella società e di vivere in relazione agli altri, questa è la forza della nostra democrazia 아시아 지도 다운로드. In altri parti del mondo il soggetto è schiacciato dallo stato che impone il suo credo, anche religioso. Noi invece possiamo entrare con le nostre appartenenze nella società e costruire una società vivente in cui lo stato serve perché il disegno dei padri costituenti è questo, e soprattutto la persona diventa in relazione ad altri. Qui il punto è che i populismi hanno disintermediato e hanno inginocchiato la nostra cultura perché non vogliono più incontrare chi rappresenta altre persone, ma preferiscono una dimensione che parli direttamente al cittadino, anche attraverso l’online. Noi oggi dobbiamo rigenerare l’io attraverso una formazione continua, oppure qualsiasi riforma diventa esterna a noi perché un testo del 1912 dice che i populismi sono delle burrasche che si infrangono sui governi e sulle istituzioni e il politico da popolare diventa aristocratico perché non sente più la vita delle persone che amministra. Questo bene relazionale ci permette di incontrarci. Quello che voglio dirvi è di ritornare a una grande stagione di formazione. Io sono stato amministratore e agli amministratori vorrei dire: è generativo un amministratore che fa crescere i giovani e dà la propria esperienza a loro 어른이 되면 다운로드. È generativo, è pieno di vita, lo possiamo fare ed è anche tanto semplice, basta essere credibili e non essere creduti, ma non essere falsificabili, nel senso che la nostra coerenza deve formare, non tanto imporre un modello perché noi siamo cresciuti con questo. Oggi invece la cultura non è più verticale: è orizzontale, è lo sharing, è la comunione, è la connessione è la condivisione e noi dobbiamo unire tutti i punti virtuosi che nel Paese ci sono, ma che non sono connessi e quindi la vita non passa, la forza non passa. Dobbiamo mappare tutte le esperienze virtuose che ci sono, e ce ne sono tante, e accompagnarle perché respirino centro/periferia.
Ultima cosa che voglio dirvi. Attenzione a non entrare nella demagogia e nel pensare che le élites non servano. Le élites nella politica servono. Nel 1989 in Cecoslovacchia c’era un signore che si chiamava Avel, era in carcere nel mese di giugno 다운로드. Lui era un uomo delle élites, era un borghese, era un pensante e il suo popolo gli ha chiesto di diventare il presidente della repubblica perché aveva bisogno di una persona che lo rappresentasse, perché questo uomo era stato coerente. Questo uomo amava definire il binomio menzogna/verità e diceva: “la menzogna parte quando ciascuno di noi può farne un atto politico grande. Allora la nostra storia comune parte da tanti piccoli nostri atti che vincolano la menzogna. Quando vinciamo la menzogna – e qui parlo da gesuita – noi combattiamo il male a livello interiore e a livello sociale perché il male ci usa e poi ci accusa e, come dice Sant’Ignazio nel 1523 “e ti lascia più solo di prima lasciandoti in una dinamica di schiavitù”. Quindi lo stare nel male chiede sempre di vivere in una dinamica che ci intrappola. Il bene invece non si dà naturalmente nel cuore dell’uomo, bisogna sceglierlo, allora io devo aderire al bene 다운로드. Mentre nel male lo spirito buono ti dà rimorso, quindi non c’è nessuna legge che dice stai sbagliando, si aderisce al bene, come dice Sant’Ignazio, quando lo senti nel cuore. Il bene ci dona pace, serenità, fiducia, speranza e ci fa vedere domani. Quindi noi dobbiamo appartenere a questa categoria, non c’è altra scelta. Parole di vendetta, di cattiveria, parole che decostruiscono sono pericolose per tutti e soprattutto nella piccola barca che è il nostro Paese, oggi in mezzo a un’Europa sempre più anziana e in un mondo che sta riscrivendo le alleanze geopolitiche, bucare la piccola barchetta significherebbe sprofondare tutti. E questo non lo possiamo permettere.
Quando il papa ci ha ricevuto nel 2017, ci consegnò tre parole che io vi voglio lasciare.
La parola inquietudine 다운로드. Lui diceva che una persona che amministra, che ha compiti di responsabilità deve comunque sempre avere il cuore inquieto, perché il cuore inquieto ti permette di spostarsi verso quei desideri buoni che non si fanno mai prendere, ma che guidano il tuo cammino. È un cammino di pace, di sviluppo e anche di libertà. Io a voi chiedo di essere inquieti nel vivere la politica nel nostro Paese e nell’inquietare anche magari coscienze assopite.
La seconda è l’incompletezza che è appunto la forza di riscrivere le mappe del mondo, perché il mondo cambia, le frontiere sono sempre mobili e noi non possiamo mai pensare con categorie vecchie il futuro che viene. Quindi dobbiamo avere una grande formazione interiore per essere capaci e forti per vivere questa dimensione e poter rispondere al nuovo.
La terza: il papa ci chiedeva di essere uomini di immaginazione 워크래프트 맵 다운로드. Oggi non immaginiamo più. La politica a volte diventa ordinaria amministrazione, ma noi abbiamo bisogno di immaginare quello che verrà, di preparare un mondo nuovo, lo dobbiamo fare per noi, per la nostra vita, per i giovani che accompagniamo su tre grandi punti:
Mi ha colpito molto la richiesta di Dio (nel primo libro) a Re Salomone “dimmi, tu che amministri, che cosa vuoi che io faccia per te”. E Salomone gli chiese “concedi al tuo servo un cuore docile perché sappia rendere giustizia a tutto il popolo e sappia distinguere il bene dal male”.
Auguri.