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MICHELA DI BIASE | PER UNA BUONA REGIONE
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07/01/2019
LA BUONA POLITICA

Si chiude il 2018, un anno di successi ma anche di sconfitte: i primi rappresentati dalla vittoria nelle regionali del Lazio e dalla politica innovativa che portiamo avanti ogni giorno al Governo della Regione insieme a Nicola Zingaretti; le seconde evidenziate dalla disfatta del centro sinistra maturata a livello nazionale, che oggi ci vede all’opposizione del Governo del Cambiamento e in fase di ricostruzione della nostra identità di partito.

Un governo nazionale che oggi manifesta evidenti segnali di cedimento dovuti ad una manovra economica contraddittoria che non accontenta proprio nessuno e non risponde ai bisogni reali dei cittadini 다운로드. Finalmente i nodi incominciano a venire al pettine: le promesse fatte in campagna elettorale restano tali e dimostrano come questo governo abbia dato prova della sua totale incompetenza nella gestione dell’accordo con la Ue. Per non parlare poi di un esecutivo che ha preferito umiliare il parlamento, chiamato a votare al buio il testo di una manovra che non esisteva fino a qualche minuto prima della sua approvazione e senza la possibilità di proporre delle modifiche al testo 다운로드.

Quello che resta sul piatto è l’indebitamento futuro, annunciato attraverso misure per raccogliere voti alle Europee, e un’arroganza di un potere che si sente a tutti gli effetti onnipotente, che svilisce il ruolo delle opposizioni, dei diritti delle minoranze e che scrive i testi delle norme in modo sciatto. E così, le istituzioni sono vissute come un ostacolo da superare e da cui tenersi lontano. La politica populista è altrove, affidata alla comunicazione e alle opportunità quotidiane sfruttate per motivare e rassicurare il proprio elettorato 꽃할배. Una vera e propria ansia da social dei due maggiori rappresentati di questo esecutivo, Salvini e Di Maio: attenti alla massimizzazione del consenso di breve periodo e alla mistificazione della realtà ogni qual volta si tenti di riportare tutti con i piedi per terra.

Il risultato di questa scelta strategica scellerata ha finito per tartassare il paese, dal volontariato del terzo settore, alle imprese, agli stessi cittadini 이력서 포트폴리오 다운로드. Non si prevedono né infrastrutture né investimenti. Solo parole al vento e slogan sui social che tentano di spiegare provvedimenti vuoti per alzare la posta in gioco, in attesa di conoscere i decreti attuativi che ci spiegheranno nel dettaglio quale salto nel buio ci apprestiamo a fare per il nostro futuro.

Il periodo storico che stiamo vivendo e che ci avvicina all’appuntamento elettorale europeo è estremamente complesso. Abbiamo il dovere di affrontare i sovranisti e la destra italiana ed europea con grande forza ed unità 바이두 아이디 없이. La sinistra deve farsi trovare pronta.
Una ricostruzione ragionata per trovare una via di uscita dalla impasse in cui ci troviamo, ripensando a nuove forme e nuove contenuti da offrire ai cittadini e ai nostri elettori. Contenuti che non possono prescindere da una pianificazione strategica del futuro, che sappia portare sviluppo e innovazione al Paese interpretando i cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo 다운로드. Di fronte a noi c’è un governo che sta mettendo a rischio il futuro degli italiani.

Contestualmente, a livello europeo, la prossima sfida sarà tra chi vorrà distruggere l’Europa e chi, invece, vorrà essere protagonista nella globalizzazione con un’Europa unita e più forte. Ci attendono grandi battaglie. Per questo il congresso del Partito Democratico non può parlare esclusivamente al suo interno, risolvendosi in una diatriba tra parti contrapposte 황금성 다운로드. È necessario mettere in campo una forte opposizione e un progetto di alternativa culturale, riformista e di popolo alla destra populista.

I nostri elettori ci chiedono unità e la nostra compattezza è fondamentale per essere competitivi. L’articolazione della forte opposizione democratica, utile per contrastare i movimenti nazionalpopulisti, non può passare da un frazionamento del PD 소주 한 잔 다운로드.
Vogliamo un PD che guardi al futuro. Solo così potremo mettere insieme le energie migliori del centrosinistra e ripartire. A maggior ragione con un congresso che si concluderà poco prima delle elezioni europee e di una tornata amministrativa che riguarderà oltre 4mila comuni.
Credo che l’alternativa possa nascere dal riformismo concreto delle città delle Regioni e dei territori. I sindaci e gli amministratori locali del PD sono una ricchezza straordinaria dalla quale ripartire per recuperare consenso 다운로드. Nelle città nascono alleanze vincenti con il civismo. Senza il protagonismo dei sindaci e degli amministratori il PD non avrà futuro.

Ritengo che il Partito Democratico debba dotarsi di un’organizzazione in grado di rappresentare le istanze dei diversi territori, passando da una maggiore autonomia territoriale.
Diversamente, non sarà possibile intercettare la domanda di sviluppo, semplificazione, di efficienza e di investimento sulle infrastrutture che arriva dai mondi produttivi del Nord, ne’ il bisogno di emancipazione e di profonda riforma della pubblica amministrazione che emerge dai territori del Mezzogiorno 다운로드.

Mi piacerebbe, come hanno espresso già diversi Sindaci di centro sinistra, che il PD si intestasse la battaglia delle capacità, trasversale a tutti gli ambiti della società: capacità nel fare politica, che non può essere improvvisazione e vuota propaganda demagogica; capacità (associata alla valorizzazione del merito) nella pubblica amministrazione; capacità e qualificazione del capitale umano come leve essenziali di competitività del nostro sistema produttivo, da coltivare attraverso un grande investimento sulla formazione e sui giovani.

Vorrei che il PD coniugasse con efficacia progresso ed equità, creazione di valore e contrasto delle disuguaglianze, senza perdere di vista la necessaria ambivalenza di questi termini. Credo che dai territori possano nascere esperienze e buone pratiche proponibili a livello nazionale.

Per un PD che sappia promuovere una visione dell’immigrazione capace di tenere insieme principi umanitari, di legalità, di sicurezza degli interessi economico-demografici del nostro Paese attraverso una gestione europea dei confini e controllo dei flussi migratori spontanei; accordi con i Paesi d’origine per l’esecuzione dei rimpatri; investimento in politiche di formazione linguistica, culturale e professionale dei richiedenti asilo; ammissione (o regolarizzazione su base individuale) subordinata a comprovata volontà di integrazione.

Sta quindi a noi, al PD, la responsabilità di elaborare proposte efficaci in ordine alle politiche per la famiglia, all’integrazione degli immigrati residenti nel nostro Paese e al complessivo ripensamento degli strumenti di welfare, con l’obiettivo di assicurarne la sostenibilità nel lungo periodo.
Noi siamo pronti.

Buon 2019 a tutti!