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MICHELA DI BIASE | PER UNA BUONA REGIONE
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27/11/2020
LA BUONA POLITICA

UNA BUONA REGIONE DALLA PARTE DELLE DONNE

Quando ci si trova di fronte a un evento inaspettato, come una pandemia, la prima cosa che si sgretola è la propria visione delle cose: le certezze inamovibili dei paradigmi sui quali abbiamo fondato la nostra vita, il nostro pensiero, la nostra società 다운로드. I momenti di emergenza, inattesi quanto terribili, possono diventare una grande epifania, offrendoci la possibilità di guardare il mondo da un nuovo punto di vista 닷지웹.

La pandemia, fuori di dubbio, è stata ed è una grande lente d’ingrandimento sui bisogni, sulle disuguaglianze e sulle tante miserie in cui ancora resta avvolta la nostra società rslogix 5000.

Le vittime del virus non saranno solamente le persone che abbiamo perso, ma anche quelle di cui la pandemia ha evidenziato le fragilità. Tra loro, purtroppo, molte donne.

Secondo gli ultimi dati, sono loro a pagare il prezzo più alto della crisi; l’identikit sulle nuove povertà stilato nell’ultimo rapporto Caritas non lascia spazio a dubbi: “donna, quarantenne, con due figli a carico”. Inoltre, va detto, che tra il secondo trimestre 2019 e lo stesso periodo di quest’anno il virus si è portato via 470.000 posti di lavoro occupati da donne. Dati allarmanti nonostante le donne italiane siano più istruite degli uomini: il 56% del totale. Eppure, saranno loro a pagare il prezzo più alto di questa pandemia che ha accelerato drammaticamente le diseguaglianze di genere.

Ora come non mai i Governi hanno la responsabilità di trasformare la crisi causata dal Covid in un’opportunità, imprimendo una svolta alle politiche sociali ed economiche, all’insegna dell’equità, a partire dalla gestione dei fondi del Recovery Fund. Serve il coraggio di dire che il gender gap è un peso enorme per tutti e che dal suo azzeramento bisogna passare per dare un volto diverso a tutta l’Europa. L’empowerment femminile e l’equità di genere sono state inserite tra le linee guida principali per pianificare la gestione del Recovery Fund e da qui dobbiamo partire per affrontare questa crisi, destinando una parte importante dei fondi stanziati questa estate proprio alle politiche di genere.

Per abbattere gli stereotipi di genere ho presentato in Consiglio regionale una Proposta di Legge – Disposizioni a favore delle donne della Regione Lazio, per il contrasto dei pregiudizi di genere e per il rafforzamento della formazione e delle competenze femminili nelle discipline STEM – per favorire alle ragazze l’accesso a percorsi di studio e di carriera nelle materie scientifiche, visto che i dati ci raccontano un Paese, il nostro, in cui le adolescenti vengono scoraggiate dall’intraprendere gli studi scientifici e tecnologici fin dall’età di 11-13 anni. Considerato, però, che le professioni del futuro richiederanno sempre di più competenze di tipo digitale e tecnologico, non agevolare la scelta da parte delle ragazze di discipline STEM, significa escluderne per sempre da un settore occupazionale in grande crescita.

Vuol dire anche perseverare sulla strada della disparità di genere e restare indietro da un punto di vista di crescita economica visto che, secondo Bankitalia, aumentare la produttività femminile equivale a un aumento del Pil di 7 punti percentuali.

È un impegno per le donne che riguarda però tutti noi, perché favorire l’uguaglianza di genere significa favorire la crescita e il benessere di un intero Paese.